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Teoria Generale dell’Occupazione, dell’interesse e della moneta (pp. 701 – UTET 1986)

Teoria Generale dell’Occupazione, dell’interesse e della moneta (UTET1986)

a cura di Alberto Campolongo

John Maynard Keynes
Economista (Cambridge 1883 – Firle, Sussex, 1946). Considerato una delle figure fondamentali della scienza economica, il suo pensiero e le sue opere hanno influenzato l’elaborazione economica, sociologica e politica del Novecento. L’insoddisfazione per l’incapacità delle teorie economiche a dare spiegazioni e indicazioni convincenti di fronte alla disoccupazione di massa, dovuta alla crisi del 1929, portò K. a elaborare la sua rivoluzionaria tesi, esposta nella celebre opera General theory of employment, interest and money (1936; trad. it. 1947 e 1971), in cui negò la validità della teoria secondo la quale l’offerta crea sempre la propria domanda e mise in discussione la naturale tendenza del sistema concorrenziale alla piena occupazione dei fattori produttivi, in cui l’economia classica aveva in complesso creduto. K. dimostrò la possibilità che si determinasse e si mantenesse una posizione di equilibrio, accompagnata da un elevato inutilizzo dei fattori di produzione e soprattutto del fattore lavoro, e sottolineò l’importanza che può avere la domanda effettiva come stimolo alla ripresa dell’attività e all’investimento. Da ciò ricavò la necessità che lo Stato dovesse intervenire con la spesa pubblica, anche affrontando un deficit di bilancio per creare reddito e conseguente domanda di beni, quando la domanda del mercato non fosse sufficiente a occupare tutti i fattori di produzione disponibili.

Il prezzo originale era: €48,00.Il prezzo attuale è: €15,00.

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Teoria Generale dell'Occupazione, dell'interesse e della moneta (UTET1986)

La Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta (in lingua inglese The General Theory of Employment, Interest and Money) è il saggio economico più importante dell'economista inglese John Maynard Keynes, che, con esso, ha gettato le fondamenta del moderno pensiero macroeconomico. Pubblicata per la prima volta nel 1936, dando vita alla cosiddetta rivoluzione keynesiana nel modo in cui gli economisti e gli uomini di governo vedono l'economia della nazione, specialmente riguardo all'opportunità dell'intervento pubblico nell'economia tramite l'azione sulla domanda aggregata, ne scaturì una visione dell'economia politica e della politica economica che – sebbene integrata, in alcuni modelli, con alcune conclusioni dell'economia neoclassica – rimase pressoché egemone fino al fiorire, negli anni settanta, del monetarismo.

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«Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi.»

John Maynard Keynes1º barone Keynes di Tilton[1] (/ˈkeɪ̯nz/; Cambridge5 giugno 1883 – Tilton21 aprile 1946), è stato un economista britannico, padre della macroeconomia.

Le sue idee furono sviluppate e formalizzate nel primo dopoguerra dagli economisti della scuola keynesiana; quest’ultima si contrappose all’idea di ordine spontaneo della scuola austriaca e al monetarismo della scuola di Chicago.

I suoi contributi alla teoria economica, espressi nel saggio Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, hanno dato origine infatti alla cosiddetta “rivoluzione keynesiana” che, in contrasto con la teoria economica neoclassica, ha sostenuto la necessità dell’intervento pubblico statale nell’economia con misure di politica di bilancio e monetaria, qualora un’insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione nel sistema capitalista, in particolare nella fase di crisi del ciclo economico, promuovendo dunque una forma di economia mista.