Gallipoli 1915 : la campagna dei Dardanelli (nuovo)
Gallipoli 1915 : la campagna dei Dardanelli
Alberto Caminiti
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Gallipoli 1915 : la campagna dei Dardanelli
Lanciata nella primavera del 1915, la campagna di Gallipoli resta uno dei disastri militari più eclatanti degli eserciti alleati durante la Prima Guerra Mondiale. L'operazione di Gallipoli, destinata a conseguire il controllo dello stretto dei Dardanelli e la capitolazione dell'Impero ottomano, alleato della Germania, si conclude con delle perdite militari pesanti ed una ritirata decisamente poco gloriosa. Se il ruolo di Churchill nella concezione dell'attacco a Gallipoli è ben definito, la sua responsabilità nella organizzazione e nella condotta delle operazioni rimane molto più controversa. In ogni caso la sconfitta di Gallipoli ha intaccato sensibilmente e durevolmente la reputazione del suo ideatore.
Winston Churchill, quarantenne nel 1915, occupa dal 1911 la carica di primo Lord dell'Ammiragliato, l'equivalente di un ministro della Marina, nel governo del liberale Asquith. Egli propugna senza sosta la necessità di dare alla flotta britannica un ruolo importante nella condotta delle ostilità. La Gran Bretagna, a quel tempo, è ancora la dominatrice dei mari. Occorre che la Nazione si serva della sua marina da guerra, non solo per trasportare le truppe sul continente, ma per distruggere la flotta nemica ed affrettare la fine della guerra.
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La campagna, pianificata da Francia e Regno Unito, doveva inizialmente articolarsi su una serie di attacchi navali che, condotti dal 19 febbraio al 18 marzo 1915, non ottennero i risultati previsti; il 25 aprile 1915 tre divisioni alleate furono sbarcate sulla penisola di Gallipoli, mentre altre due furono utilizzate in azioni diversive, in quella che si può considerare la prima operazione anfibia contemporanea su vasta scala e dalla quale scaturirono studi teorici che influenzarono profondamente successive operazioni analoghe. L’azione fu studiata in modo da eliminare le fortificazioni avversarie e rilanciare l’assalto navale, ma lo svolgimento delle operazioni non andò come previsto dai comandi alleati: l’improvvisata organizzazione della catena di comando, la confusione durante gli sbarchi, le carenze logistiche e l’inaspettata resistenza dei reparti ottomani coadiuvati da elementi tedeschi impedirono di ottenere un’importante vittoria strategica, trasformando la campagna in una sanguinosa serie di sterili battaglie a ridosso delle spiagge.
L’evacuazione finale delle teste di ponte tra il novembre 1915 e il gennaio 1916 (svoltasi peraltro assai più ordinatamente dello sbarco) suggellò uno dei più disastrosi insuccessi della Triplice intesa durante l’intera guerra; il fallimento costò al corpo di spedizione circa 250 000 morti e feriti e fu aggravato dalla perdita di diverse unità navali di grosso tonnellaggio, nonostante gli Alleati avessero goduto di un’assoluta superiorità numerica e tecnica a confronto con le esigue forze navali ottomane.
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